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Il gioco del “Cashback”: tra tracciabilità e privacy

Nella missione di Trasformazione digitale dell’Italia, si inserisce la decisione del Governo di premiare i cittadini con il Cashback (ritorno di denaro), ossia un rimborso di parte dell’acquisto, effettuato tramite pagamenti digitali.

Ma in che modo?

Con il Piano Italia Cashless  (acquisti senza denaro contante) che intende essere per ogni cittadino un’importante strumento e incentivo al cambiamento.

Piano Italia Cashless

Nel momento di crisi sanitaria ed economica che stiamo vivendo, il Governo ha deciso di introdurre un nuovo piano per incentivare i cittadini agli acquisti, con il cosiddetto “Piano Italia Cashless“, allo scopo di far riprendere l’economia.

L’obiettivo è volto a promuovere l’uso dei pagamenti digitali (carte di credito, bancomat), in sostituzione del denaro contante, per prevenire l’evasione fiscale e per «favorire lo sviluppo di un sistema più digitale, veloce, semplice e trasparente» – come il Governo stesso riporta.

Ma è proprio così?

Sappiamo che il periodo di crisi non incentiva certo alle spese pazze e agli investimenti, anzi, si cerca per quel che è possibile di risparmiare.

Quindi il Governo quale strategia intende applicare per conseguire i suoi obiettivi?

La strategia formulata consiste in una modalità di rimborso sull’importo speso per un acquisto, tramite lo strumento del cosiddetto “Cashback”.

Cos’è il Cashback?

Il Cashback è un piano di azione con il quale s’intende incentivare i singoli cittadini all’utilizzo della moneta elettronica, sulla cui spesa di acquisto si riconosce un ritorno di denaro del 10%, escludendo a priori le attività di spesa legate alla professione imprenditoriale.

Per poter usufruire di questo servizio è necessario scaricare l’App IO inserendo i propri dati anagrafici, il numero delle carte di credito, che si è soliti utilizzare per le proprie spese, e il numero di conto corrente bancario.

Pertanto, ogni volta che il consumatore effettua un acquisto, gli verrà accreditato sul conto corrente bancario il 10% dell’importo speso.

Ma qualsiasi importo pagato dall’utente riceve concretamente un rimborso del 10%? Quali sono i limiti di restituzione effettivi?

Il rimborso su ogni acquisto effettuato ha un limite massimo riconosciuto di 15 euro, qualsiasi ammontare il consumatore vada a spendere.

Il progetto partirà di fatto il 1°gennaio del 2021, ma il Governo ha deciso di attivare il Cashback già in questo mese di dicembre, come periodo di prova.

Ha lanciato così una campagna natalizia allo scopo di incentivare maggiormente i consumatori all’acquisto e sensibilizzarli all’utilizzo dei pagamenti digitali.

Campagna “Extra Cashback di Natale”

La campagna natalizia “Extra Cashback di Natale”, che scorre in questi giorni su ogni media e radio, confeziona una proposta natalizia straordinaria e vantaggiosa per il consumatore:

«usa carte e app: guadagni, vinci e cambi il Paese».

Un’opportunità da non perdere! Il consumatore può effettuare almeno 10 acquisti di prodotti/servizi – in negozi fisici e non online – per poter ottenere il rimborso del 10% su ogni transazione.

Ma attenzione la campagna termina al 31 dicembre 2020!

L’Extra Cashback di Natale consente quindi ad ogni singolo cittadino di guadagnare fino ad un massimo di 150 euro, sul totale delle transazioni effettuate nel periodo di riferimento.

E’ da intendersi che il rimborso erogato sarà applicabile solo per le carte di credito registrate sull’App, diversamente il rimborso non potrà essere contabilizzato.

La restituzione del 10%, che non sarà erogato prima della fine di febbraio 2021, può essere ottenuto da ogni componente della famiglia, purché maggiorenne, avendo così la possibilità di cumulare più rimborsi.

Lo strumento del Cashback è strutturato come una sorta di gioco:

i primi 100 mila consumatori che nel periodo di dicembre, avranno effettuato il maggior numero di transazioni, potranno partecipare al premio finale con un super-rimborso di 1.500 euro.

Certamente questo super bonus finale è un ulteriore incentivo per il consumatore ad acquistare e di fatto a spendere sempre di più, proprio perché più sborsa più ha la possibilità di vincere.

Quindi il Governo propone il Cashback come un’opportunità, come un qualcosa di vantaggioso per le tasche del cittadino e per gli stessi commercianti.

In questo modo spinge  l’utente ad aumentare gli acquisti, così come il commerciante a fatturare in piena trasparenza le diverse transazioni.

Ma questa modalità servirà veramente a combattere l’evasione fiscale, dato che di fatto il piano non include le attività di spesa dei titolari di partita IVA?

Quanto si potrà garantire la riservatezza dei propri dati e della privacy?

Il Cashback è affidabile? E la privacy?

Come detto, l’obiettivo del piano è portare il cittadino all’utilizzo assiduo dei pagamenti elettronici, evitando così di pagare gli acquisti con denaro contante, al fine di ridurre l’evasione fiscale.

Lo strumento del Cashback risponde pienamente a questo intento ma allo stesso tempo il cittadino, trasmettendo sull’App IO i suoi dati personali, inclusi quelli bancari, espone se stesso ad una possibile violazione della privacy.

Questo perché all’atto di adesione al servizio tramite l’App IO, si autorizza al trattamento dei dati e al tracciamento delle proprie transazioni, senza pensare che comunque è sempre in agguato il rischio di possibili violazioni dal dark web.

La fine del denaro contante?

Terminato il periodo di prova, nel 2021 il proposito del Governo prosegue secondo il programma di Cashback, con un minimo di 50 transazioni per ottenere il rimborso, da effettuarsi in un periodo di 6 mesi.

A fine di questo mese occorrerà tirare le fila di applicazione di questo progetto.

Capire come risponderanno i consumatori: si adegueranno alla cultura del pagamento digitale in preferenza al denaro contante o rimarranno fedeli alla cara vecchia banconota?

Immaginate di vivere in un mondo completamente digitale…

cosa potrebbe accadere se in un sistema di pagamento totalmente elettronico, senza più la presenza del contante e quindi la possibilità di prelevarlo, si abbattesse un virus “digitale” che impedisse qualsiasi tipo di transazione?

Come potremmo comprare anche solo i generi di prima necessità?

Lascio spazio alle vostre riflessioni…